Intervista a Yuri Garret, co-autore di "Giochiamo a scacchi"

Iniziamo con una breve presentazione di Yuri Garrett che nasce nel 1969 in una famiglia multiculturale e poliglotta.
Questo segna la sua formazione e lo porta, sulle orme del padre, a iniziare la sua vita professionale come traduttore.
Assume in seguito un importante incarico presso il Consiglio Nazionale dei Ragionieri, divenendone direttore dell'Ufficio Estero.
Parallelamente alla sua ascesa professionale si sviluppa la sua carriera scacchistica. Come scrive Roberto Messa in una breve presentazione biografica: “Gli scacchi sono una costante nella sua vita. Autore premiato in Italia e all'estero, triplice campione d'Italia da dirigente, organizzatore internazionale e mentore di giovani talenti, è una delle figure più dinamiche della scena scacchistica nazionale. è anche uno degli scacchisti italiani più noti all'estero, dove è stato chiamato a incarichi di prestigio sia nella Federazione Internazionale (FIDE) che nell'Associazione dei professionisti di scacchi.
I due mondi, professionale e scacchistico, non potevano che incontrarsi e così, nel 2002 nasce Caissa Italia, casa editrice in un primo momento soltanto scacchistica ma che oggi ha una produzione editoriale diversificata e sempre di alto livello con pubblicazioni su musica, golf, giochi, linguistica, libri per bambini, teatro e narrativa.
Tra i libri editi da Caissa Italia ci interessa parlare di “Giochiamo a Scacchi”, dedicato ai bambini ed ai loro primi passi nel mondo degli scacchi. Abbiamo quindi realizzato una interessante intervista/conversazione con Yuri che del libro, oltre che editore, è anche co-autore.

Quali esperienze ti hanno portato alla realizzazione di “Giochiamo a scacchi” e qual è lo scopo principale che il libro si propone?
La mia esperienza di istruttore, maturata negli anni della gioventù con la Lega Scacchi UISP e integrata e completata dalle mie successive esperienze con i giovani scacchisti di alto livello, è stata il punto di partenza per la ricerca di una modalità di porre gli scacchi in una maniera diversa, innovativa e accattivante.
L'incontro con l'illustratore Marcello Carriero ha dato il via alla realizzazione pratica del libro.
Assieme abbiamo pensato a una pubblicazione in cui parole e immagini procedessero di pari passo. Non un libro prima scritto e poi illustrato. Ogni parola, ogni immagine, ogni spazio, ogni cromatismo, è stato attentamente pensato, vagliato, sperimentato e infine realizzato, con un solo e unico obiettivo finale: un libro a misura di bambino per imparare, divertendosi, le regole degli scacchi.
Voglio sottolineare che il libro è anche pensato per una lettura a due, da una parte il bambino e dall'altra il genitore, o comunque l'adulto, che lo accompagna in questa esperienza. Abbiamo concepito il libro come uno strumento che possa offrire l'opportunità a genitori e figli di fare qualcosa assieme.
Con l'aiuto di mamma e papà, soprattutto i bambini più piccoli, potranno imparare le regole degli scacchi, superando gli inevitabili ostacoli cognitivi, e i genitori stessi, se non sanno già giocare, potranno imparare a farlo e arricchire il loro bagaglio esperienziale, condividendo un interesse con i loro figli.
Tutta la parte finale del libro è dedicata proprio ai genitori, introducendoli al mondo degli scacchi, spiegandone le peculiarità, gli aspetti tecnici legati alla pratica agonistica e ai tornei, le modalità di trascrizione delle partite e di utilizzo dell'orologio, il ruolo dell'arbitro e anche un po' di storia, per chiudere con un decalogo di suggerimenti strategici e anche comportamentali. Saranno poi loro, attraverso la loro rielaborazione, a passare quei concetti ai figli.
I
nfine, non va dimenticata la “terza di copertina”, che abbiamo realizzato in modalità allargata (è ripiegata su stessa). Di fatto contiene tutti i motivi per cui crediamo che a un bambino faccia bene imparare a giocare a scacchi. L'idea non è quella di allevare campioni, ma di proporre un'attività utile che possa espandere l'universo del bambino.

Il libro si presenta veramente bene, una copertina di grande impatto e contenuti accattivanti. Tutto questo avrà sicuramente richiesto un grande impegno anche nella fase “tecnica” di realizzazione del libro. Cosa puoi dirci in proposito?
è proprio così. Come già detto ogni aspetto è stato curato con enorme attenzione. Non a caso per realizzarlo abbiamo impiegato quasi dieci anni: il libro è maturato assieme agli autori.
Per fare un esempio, prima della pubblicazione abbiamo sottoposto il libro a una revisione da parte di una redattrice molto particolare: una bambina di otto anni. Osservando le sue reazioni ai testi e alle illustrazioni abbiamo apportato parecchie modifiche, parametrando il contenuto del libro direttamente agli utenti finali, i bambini. Ma non ci siamo accontentati soltanto di questo: una ulteriore revisione è stata curata dal Grande Maestro Sabino Brunello. Sì, proprio un Grande Maestro che si occupa di un libro per bambini!
Il nostro timore era fare errori “didattici” anche minuscoli che potessero influenzare negativamente, sin dall'inizio, l'approccio agli scacchi dei bambini. La rilettura di un Grande Maestro e la sua approvazione ci ha dato una garanzia in più della bontà di ciò che stavamo facendo.
Sabino ha anche curato tutta la parte relativa agli esercizi, tutti personalizzati e appositamente creati, e alla fine è diventato lui stesso uno dei protagonisti del libro: un allegro volpacchiotto che accompagna i bambini in tutto il loro percorso di scoperta delle regole degli scacchi.

Per gli argomenti trattati, ossia la disposizione della scacchiera e dei pezzi e le regole di movimento di tutti i pezzi, il libro è solo il primo passo nel mondo degli scacchi per i bambini. Ci presenti brevemente gli altri volumi della casa editrice Caissa Italia pensati per aiutare i bambini nel loro percorso di apprendimento degli scacchi?

Abbiamo dedicato ai bambini e ai principianti un'intera collana, denominata L'ABC degli Scacchi”.
Si tratta di una serie di libri concepiti per brevi unità didattiche di facile comprensione volte a fornire le basi strategiche e tattiche necessarie per migliorare le competenze scacchistiche. I titoli in catalogo sono sette e trattano di tutte le varie fasi della partita e degli aspetti tattici e strategici. Mi piace segnalare tra gli altri “Come battere papà a scacchi” di Murray Chandler, un libro divertente e stimolante in cui persino giocatori più avanzati troveranno idee fresche e sorprendenti.

Passiamo a un argomento che guarda un po' oltre. Qual è secondo te un libro la cui lettura non dovrebbe mancare nella formazione di ogni scacchista?
Sarò pure antiquato ma, secondo me, per imparare veramente a giocare a scacchi lo spartiacque è “Il mio sistema” di Aaron Nimzowitsch. Dalla lettura di questo libro si può iniziare a capire quali siano gli elementi strategici degli scacchi: la colonna aperta, la colonna semi-aperta, l'avamposto, la catena di pedoni, la settima, l'ottava, il blocco. Sono consapevole che molti lo ritengono ormai superato, ma nella realtà si tratta del giudizio di scacchisti che non riescono a dominarne gli elementi e a capirne l'importanza, salvo poi fare, nei commenti e nelle analisi di partite e posizioni, continui riferimenti alla terminologia de “Il mio sistema”. La risposta a tutti questi “critici” improvvisati è che Il mio sistema è ben vivo nel catalogo di tutte le principali case editrici mondiali e spesso ne è uno dei campioni di vendita, se non il libro più venduto in assoluto. E nel 2025 compirà cento anni…
Al di là dei libri da leggere voglio comunque suggerire ai principianti, soprattutto ai più giovani, di non fossilizzarsi sulle aperture. Vanno invece imparati a menadito i finali elementari, i finali di pedone, almeno i principi fondamentali dei finali di torre (ad esempio la corsa e la torre dietro al pedone), e la tattica. Queste sono le basi su cui costruire una solida conoscenza scacchistica, che andrà integrata in un tempo successivo dallo studio delle aperture e delle strutture pedonali.

Per chiudere vorrei da te una considerazione generale sull'editoria scacchistica. In tre parole: ha un futuro?
La domanda è in tre parole, per la risposta ne occorrerebbero tre milioni. Partirei con il dire che le sorti dell'editoria dipendono dal sistema in cui è inserita. E' inutile pubblicare libri se la gente non sa o non vuole leggere e se le istituzioni non la promuovono. Così l'editoria scacchistica è legata al presente e al futuro degli scacchi e di chi li governa e promuove. Chiediamoci quanto sono lungimiranti le istituzioni scacchistiche del presente e capiremo che futuro avrà l'editoria scacchistica nel nostro paese. Come vado dicendo da danni, finché non cambierà radicalmente la guida del movimento ritengo che le prospettive siano nulle e anzi negative – e la reazione da encefalogramma piatto alla crisi pandemica ne è l'ennesima dimostrazione.
Puntando i riflettori sul lavoro della casa editrice, che è chiamata comunque a prosperare a dispetto dell'ambiente in cui opera, è importante che si persegua la qualità. Il prodotto editoriale deve sempre essere curato e tendere alla perfezione in ogni suo aspetto, dalla validità dei contenuti all'ariosità dell'impaginato, dalla qualità dei materiali alla confezione ottimale del libro. In Caissa Italia, siamo profondamente impegnati a perseguire la qualità – non solo negli scacchi ma anche nelle altre linee editoriali che ormai costituiscono la parte più innovativa del catalogo, e di cui Giochiamo a scacchi ha rappresentato uno dei punti di svolta. Ciò che forse più ci caratterizza è la cura maniacale del testo. Se l'originale è in italiano aiutiamo l'autore con più passaggi di revisione editoriale; se è in una lingua straniera, risaliamo sempre alla lingua originale e traduciamo da quella, senza passaggi intermedi – che inevitabilmente diluiscono le intenzioni dell'autore – per poi sottoporre il testo all'usuale sequela di revisioni. Tradurre un libro russo o tedesco da una precedente traduzione dall'inglese, ad esempio, non mi pare proprio una buona idea. Certo magari per un editore sarà più facile e meno oneroso trovare un traduttore dall'inglese piuttosto che dal russo, ma il risultato finale sarà lo specchio della casa editrice: un libro raffazzonato e da quattro soldi che dovrebbe costarne tre. Quando si sceglie un editore, bisogna valutare tutto il processo editoriale, che naturalmente tanto più costa tanto più è rigoroso e di qualità. Quel processo è condensato nel marchio della casa editrice e ne è il biglietto da visita che serve a guidarci nella scelta. A cosa serve comprare un libro magari a buon mercato se poi la traduzione travisa il pensiero originale dell'autore o se l'impaginato rende sgradevole la lettura o se le pagine si staccano?
Infine, il pensiero più importante: la lettura è un'esperienza che può cambiare la vita. Ogni volta che pubblichiamo un libro in Caissa Italia pensiamo proprio alla responsabilità enorme che ci stiamo assumendo nei confronti dei lettori. E questo a sua volta detta il criterio con cui scegliamo ogni nostro titolo: dobbiamo poterlo regalare a chiunque con orgoglio, perché siamo consapevoli che nel farlo stiamo cambiando in meglio la sua vita.

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