Il fascino discreto degli scacchi

50227232_Marcel-Duchamp-I-giocatori-di-scacchi-1910.-Philadelphia-Museum-of-Art.jpgAncora un interessante articolo a firma di Uvencio Blanco Hernandez.
Questa volta l'istruttore, organizzatore, arbitro ma, soprattutto, divulgatore, venezuelano ci conduce in una serie di considerazioni sugli scacchi come manifestazione intellettuale dell'uomo e sullo stretto legame tra arte e piacere intellettuale.
Prendendo spunto dalla famosa affermazione di Duchamp: "Sono giunto alla conclusione che, anche se non tutti gli artisti sono giocatori di scacchi, tutti i giocatori di scacchi sono artisti" fa inoltre una carrellata sull'opinione di molti famosi scacchisti in merito al rapporto intercorrente tra scacchi ed arte.
Spunti di riflessione che vanno a completare un discorso già iniziato in precedenti articoli (reperibili nell'apposita sezione del sito) e che si concluderanno con un prossimo articolo che pubblicheremo a breve.
Scarica l'articolo in pdf

Il fascino discreto degli scacchi (1)

Dedicato a Michael Cheval, Artista plastico russo
di Uvencio Blanco Hernández (2)

67435912_img.jpg
“Fin del juego” by Michael Cheval

L'arte è intrinsecamente legata al piacere; in particolare, al piacere intellettuale. Questo è inteso come la soddisfazione dei bisogni spirituali e/o intellettuali di coloro che la apprezzano.
Gli scacchi hanno accompagnato la nascita, lo sviluppo e la caduta di molte civiltà; e sono sopravvissuti in un arco di tempo di più di 15 secoli. Durante questo lungo transito millenario e transcontinentale, il gioco degli scacchi è stato considerato anche come un'arte.
Marcel Duchamp stesso, uno degli artisti figurativi più influenti dell'inizio del XX secolo, ha dichiarato: "Sono giunto alla conclusione che, anche se non tutti gli artisti sono giocatori di scacchi, tutti i giocatori di scacchi sono artisti". Questa è una dichiarazione propria dei fondatori del dadaismo presso il vivace Cabaret "Voltaire" di Zurigo nel 1916.

Gli scacchi come manifestazione intellettuale
Il gioco degli scacchi è, in effetti, per sua origine e natura un gioco di carattere prevalentemente intellettuale. E così è considerato perché questa disciplina soddisfa una serie di caratteristiche che a tutt'oggi sono considerate tipiche dei giochi. Le principali sono le seguenti: è un'attività volontaria, ha uno scopo determinato, ha dei limiti, stimola le capacità cognitive, promuove valori, modella il carattere, ha una funzione terapeutica e sociale, si evolve e, inoltre, è divertente.
Nel suo sviluppo è un gioco sequenziale perché i giocatori muovoono alternativamente. Prima gioca il giocatore dei pezzi bianchi e poi quello dei pezzi neri, e così via, fino alla fine della partita, il cui risultato può essere: vittoria, sconfitta o pareggio.
Non a caso, insieme ad altri giochi come lo xiangqi, il go, il bridge e il poker, gli scacchi fanno parte dei cosiddetti "giochi della mente" perché sono attività il cui sviluppo è prevalentemente associato a una strategia astratta. A tal fine, esiste un'organizzazione internazionale di "Mind Games" le cui competizioni si svolgono ogni due anni.
Come gioco, fin dalla sua origine remota in Egitto, India, Persia o Cina, gli scacchi hanno accompagnato la nascita, lo sviluppo e la caduta di molte civiltà, e sono sopravvissuti ad esse evolvendosi sia nella sua struttura e nelle forme della tavola e dei pezzi, sia nel valore dei pezzi, le sue leggi, regole e regolamenti di portata universale, in un periodo di tempo che supera i 15 secoli. Durante questo lungo transito millenario e transcontinentale, il gioco degli scacchi è stato considerato anche come un'arte.

L'arte e il piacere intellettuale sono intimamente legati.
La psicologia ha dimostrato qualcosa che abbiamo intuito per secoli: dall'analisi delle opere d'arte, ci sono regole estetiche che influenzano il giudizio sulla bellezza di un oggetto artistico.
Succede che ciò che chiamiamo arte si manifesta attraverso una caratteristica fondamentale: stimola in noi una risposta emotiva. Generalmente questo impatto sulle nostre emozioni, che in molti casi agita e accentua il nostro spirito, è a sua volta associato ad altri sentimenti e nozioni come la bellezza, la perfezione e l'estetica dell'essere umano.
L'arte è intrinsecamente legata al piacere; in particolare, al piacere intellettuale. Questo è inteso come la soddisfazione dei bisogni spirituali e/o intellettuali di coloro che la apprezzano.
Questa concettualizzazione sembra essere comune a domini come la pittura, la scultura, la musica e gli scacchi, tra molti altri. E non deriva da discussioni recenti.
In relazione agli scacchi Diderot, filosofo francese del XVIII secolo, affermava che: "Il gioco degli scacchi, che tutti conoscono e che pochissime persone giocano bene, è il più educativo di tutti i giochi mentali e quello in cui si può notare più facilmente l'estensione e la forza dello spirito".

Duchamp e i dadaisti del Cabaret "Voltaire" di Zurigo
In questo senso, grandi giocatori e pensatori di scacchi si sono pronunciati a favore di questa concezione: gli scacchi come arte. Per esempio, il Barone Tassilo von Heydebrand und der Lasa, un eccellente maestro di scacchi tedesco del XIX secolo, storico e teorico degli scacchi, membro del Club degli scacchi di Berlino e fondatore della Scuola di scacchi di Berlino "Le Pleiadi", considerava che "Gli scacchi sono nella loro essenza un gioco, nella loro forma un'arte, e nella loro esecuzione una scienza".
Marcel Duchamp stesso, uno degli artisti figurativi più influenti dell'inizio del XX secolo, ha dichiarato: "Sono giunto alla conclusione che, anche se non tutti gli artisti sono giocatori di scacchi, tutti i giocatori di scacchi sono artisti".
Questa è una dichiarazione propria dei fondatori del dadaismo presso il vivace Cabaret "Voltaire" di Zurigo nel 1916, tra cui Tristan Tzara, Hugo Ball, Emmy Hennings, Hannah Höch, Hans Richter, Sophie Taeuber-Arp e Marcel Janco dalla Romania, gli artisti francesi Jean Arp, Juliette Roche, Marcel Duchamp e Suzanne Duchamp.
Duchamp, il cui stile è difficile da classificare perché è considerato dadaista, preconcettuale, minimalista o cubista, nel definirsi contraddittorio ("mi costringo a contraddirmi per non conformarmi al mio stile"), fu sempre fedele agli scacchi; un'attività che percepì come una forma d'arte.

Gli scacchi e il loro approccio all'arte
Uno dei più importanti teorici del XX secolo, il gran maestro e medico Siegbert Tarrasch, ha espresso che "Gli scacchi sono una forma di produzione intellettuale che ha il suo fascino particolare. La produzione intellettuale è una delle più grandi soddisfazioni, se non la più grande, a disposizione dell'uomo...".
Più moderato nelle sue considerazioni, il terzo campione del mondo José Raúl Capablanca considerava che "Gli scacchi sono qualcosa di più di un gioco; sono un divertimento intellettuale che ha qualcosa dell'arte e molto della scienza. Inoltre sono un mezzo di avvicinamento sociale e intellettuale".
Alexander Alekhine, il quarto campione del mondo e uno dei migliori giocatori d'attacco della storia, ha espresso diverse frasi memorabili riguardo al rapporto degli scacchi con la bellezza e l'arte. In un'occasione ha dichiarato che: "Concepisco gli scacchi come un'arte e non come un gioco"; in un altra "li considero (gli scacchi) un'arte e mi assumo tutti gli obblighi che questo implica. Ogni giocatore di scacchi eccezionale e di talento non solo ha il diritto, ma l'obbligo di considerarsi un artista". Più avanti, ebbe a dire: "Una volta gli uomini dovevano essere semidei, altrimenti non avrebbero inventato gli scacchi" e "La vera bellezza degli scacchi consiste nella lotta elementare tra diverse personalità".
Da parte sua, Mihail Tahl, definito il "Mago di Riga" è stato categorico nel dire che "Gli scacchi, prima di tutto, sono un'arte".
In relazione a questo argomento, il cosiddetto padre degli scacchi sovietici e più volte campione del mondo Mihail Botvinnik, disse che "Gli scacchi sono arte e calcolo".
Il genio americano Bobby Fisher era del parere che "Gli scacchi sono certamente un'arte...". Lo stesso Anatoly Karpov, il successore di Fischer al trono, affermava che "Gli scacchi sono tutto: arte, scienza e sport".
Isaac Linder, storico degli scacchi ha detto che "Gli scacchi, che riuniscono organicamente elementi di arte, scienza e sport, hanno costituito durante i secoli una parte inalienabile della cultura e della civiltà mondiale".
Allo stesso modo, Stuart Rachels, maestro internazionale degli Stati Uniti e professore associato del Dipartimento di Filosofia dell'Università dell'Alabama, ritiene che "Le grandi partite di scacchi sono impressionanti opere d'arte".
D'altra parte, c'è chi assegna a questo gioco un carattere bellico; trascurando che -in realtà- gli scacchi sono la simulazione di una battaglia in cui due intelligenze si confrontano; due visioni diverse, con i loro principi e strategie su come sconfiggere l'altra su un terreno, in cui le condizioni iniziali sono identiche per ciascuno dei contendenti. In una parola, gli scacchi sono una metafora della guerra.
Sulla stessa linea di pensiero, il poeta inglese Andrew Waterman, sostiene che: "Gli scacchi assomigliano alla scrittura, alla pittura e alla musica nell'essere un'attività mentale ossessiva che si preoccupa di esplorare la tensione e la complicazione per risolverle in un'armonia trionfante".
Il "fascino discreto degli scacchi" è all'origine di opere notevoli che costituiscono vere e proprie prove per la loro bellezza, armonia e sintesi, di alto intelletto umano; opere indistruttibili, che il passare del tempo rende sempre più vigorose. Un'eredità che si tramanda di generazione in generazione.


NOTE
(1) Titolo originale: El discreto encanto del ajedrez – Traduzione a cura di F. Lupo – Rif. Dello stesso autore Blanco, U. (2020) “El ajedrez patrimonio cultural de la humanidad”
(2) Arbitro ed Organizzatore Internazionale e Consigliere della Chess in Education Commission (EDU) della FIDE.
(4) Fonte: Blanco, U. ( 2020). "Ajedrez patrimonio cultural de la humanidad" https://www.amazon.es/Ajedrez-Patrimonio-Uvencio-Blanco-Hern%C3%A1ndez-ebook/dp/B08DXD59QF/ref=sr_1_fkmr1_1?
Social Media

Perché gli scacchi

Link diretti





Informativa Cookie