L'ipotesi indiana sull'origine degli scacchi

L'ipotesi indiana sull'origine degli scacchi (1)
di Uvencio Blanco Hernández (2)

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è essenziale che i bambini che partecipano a un corso di scacchi conoscano, tra gli altri aspetti importanti, le radici culturali, sociali e politiche di questo antico gioco.

Una prima ipotesi, la più diffusa nell'insieme delle congetture ampiamente considerate durante gli ultimi 200 anni, afferma che l'invenzione del gioco degli scacchi ebbe luogo nel cuore dell'Asia centrale, molto probabilmente nella regione nord-orientale dell'Hindustan.

Il ricercatore e storico inglese Harold James Ruthven Murray, nel suo libro "History of Chess" (1913), considerò che il gioco che oggi conosciamo come scacchi è filologicamente collegato al termine chaturanga.

In relazione alla cultura generale dei nostri scacchisti, considero significativo che noi - come insegnanti, istruttori o divulgatori di scacchi nelle scuole - ci poniamo importanti domande sul come, la forma o il metodo necessari per insegnare una nuova materia come gli scacchi nelle nostre scuole.
è interessante sapere qual è il metodo pedagogico più appropriato perché gli studenti lo comprendano e lo applichino. Per esempio, aspetti rilevanti come la storia degli scacchi, la loro evoluzione e la loro portata. è essenziale che i bambini che partecipano a un corso di scacchi conoscano, tra gli altri aspetti importanti, le radici culturali, sociali e politiche di questo antico gioco.
In questo senso, la selezione di temi storici specifici deve essere in linea con un criterio educativo vicino alla realtà esistenziale dell'alunno, che gli mostri un significato specifico all'interno del discorso storico. In modo tale che il contenuto di questo discorso si sviluppi attraverso l'approccio di momenti che corrispondono non solo all'aspetto politico o congiunturale, ma anche ad altri ambiti nel corso della storia.
Pertanto, è rilevante insegnare importanti aspetti storici come l'origine degli scacchi e la loro successiva evoluzione. Così, quando si parla del millenario gioco degli scacchi, ci si riferisce a diversi momenti e situazioni che si sono verificati nelle diverse civiltà sviluppatesi dall'umanità durante più di 30 secoli. Per tanto, quando si parla dell'origine di questo gioco, si farà riferimento a diverse ipotesi; tra queste, l'ipotesi indiana.
Una prima ipotesi, la più diffusa tra tutte le congetture prese in considerazione negli ultimi 200 anni, afferma che l'invenzione del gioco degli scacchi ebbe luogo nel cuore dell'Asia centrale, molto probabilmente nella regione nord-orientale dell'Hindustan.
Secondo questa congettura, gli scacchi antichi si diffusero in tutto il mondo e molte varietà di essi cominciarono presto a prendere forma. Una versione fu portata dall'India e diffusa in tutto il Vicino Oriente; così divenne presto parte dell'educazione cortigiana o principesca della nobiltà persiana. I commercianti della Via della Seta, i diplomatici, i pellegrini buddisti e molti altri mercanti e viaggiatori portarono le antiche scacchiere in Estremo Oriente, dove furono assimilate e trasformate in un gioco che spesso veniva giocato alle intersezioni delle linee della scacchiera, piuttosto che sulle caselle o sui quadrati che compongono la scacchiera.
Il ricercatore e storico inglese Harold James Ruthven Murray (3) , nel suo libro "History of Chess" (1913) (4) , considerò che il gioco che oggi conosciamo come scacchi è filologicamente collegato al termine chaturanga.
Le parole più antiche che si riferiscono al termine scacchi, sia in arabo che in persiano antico, sono rispettivamente shatranj e chatrang, parole derivate dal sanscrito chaturanga. Quest'ultima, dal V secolo d.C., designava le quattro parti che componevano l'esercito indiano: i carri, gli elefanti, la cavalleria e la fanteria.
Infatti, una traduzione letterale della parola sanscrita "Chaturanga" significa "avere 4 membra o parti" e questo, nella poesia epica, rappresenta spesso un esercito. Il nome antico deriva da una formazione di battaglia nominata nell'epica indiana Mahabharata (5) ; così l'antico Chaturanga era un gioco che simulava una battaglia ed era veramente basato sulla strategia militare indiana dell'epoca. Gli aspetti iniziali del gioco e l'utilizzo dei dadi sono stati successivamente rimossi man mano che il gioco progrediva e si ramificava in nuove varianti.
In relazione alla data, la maggior parte degli specialisti a favore dell'origine indiana degli scacchi, stimano che la nascita degli scacchi si collochi nella valle dell'Indo intorno al VI o VII secolo (d.C.). Successivamente, lo Chaturanga si diffuse lungo le varie rotte commerciali, raggiungendo la Persia, e da lì l'Impero Bizantino, prima di diffondersi in tutta l'Asia.
Il gioco della chaturanga è considerato dalla maggior parte degli storici come il più antico precursore del gioco degli scacchi; presenta caratteristiche di definizione del gioco che si rifletterono nelle versioni successive come: due giocatori che si affrontano davanti a una scacchiera in un iniziale e simmetrico assetto delle figure; pezzi, con diverse mosse e vittoria a seconda della resa o della cattura di un singolo pezzo.
è importante sottolineare che lo Chaturanga è il primo gioco conosciuto ad avere due caratteristiche critiche che si trovano anche in tutte le moderne varianti degli scacchi. In primo luogo, ha diversi pezzi con poteri diversi (che non è una caratteristica osservabile nel Go o nella Dama); e in secondo luogo, la vittoria dipende dalla sorte o dalla cattura di un pezzo chiamato il re negli scacchi moderni. è per questo che alcuni specialisti considerano che altri pezzi del gioco, scoperti in reperti archeologici, provengano da altri giochi da tavolo simili agli scacchi ed abbiano con essi una lontana relazione. Alcuni di questi modelli di "giochi di scacchi" avevano anche fino a cento o più caselle.
Allo stesso modo, lo Chaturanga arrivò in Europa attraverso la Persia e gli imperi arabi e bizantini; poi i musulmani lo diffusero in Sicilia, Nord Africa e Spagna nel X secolo. In questo modo l'antico gioco degli scacchi si sviluppò ampiamente nel territorio europeo e, alla fine del XV secolo, sopravvissuto a varie sanzioni e proibizioni della Chiesa cristiana, prese quasi la stessa forma che conosciamo oggi.
è importante, infine, notare che alla fine del XIX secolo, il capitano Hiram Cox e Duncan Forbes (6) scoprirono che la forma originale di Chaturanga era giocata con quattro partecipanti o mani. Altri studiosi della storia degli scacchi antichi hanno concluso che una versione a due mani probabilmente esisteva prima della versione a quattro mani e che probabilmente si è evoluta in molte altre versioni, compresa la versione a quattro mani dello Chaturanga.

NOTE
(1) Titolo originale: “La hipótesis india sobre el origen del ajedrez” traduzione di Francesco Lupo.
(2) Consigliere della Commissione EDU FIDE.
(3) 1868-1955 scrittore e educatore britannico, noto soprattutto come storico degli scacchi.
(4) Edizione originale Londra: Oxford University Press, 1913.
(5) Poema epico indiano che si è sviluppato nei secoli a partire dal IV secolo a.C., raggiungendo il completamento nel IV secolo d.C.
(6) Teoria di Cox-Forbes sull'evoluzione di scacchi proposta dal Capitano Hiram Cox (1760–1799) e ripresa dal prof Duncan Forbes (1798–1868). La teoria afferma che una forma di gioco a quattro mani con dadi e scacchi (Chaturaji) ha avuto origine in India nel 3000 aC circa; e che a causa della difficoltà di alcune regole, o anche dalla difficoltà di avere un numero sufficiente di giocatori, il gioco si sia evoluto in un gioco a due mani (Chaturanga). A causa delle obiezioni religiose e legali al gioco d'azzardo nell'induismo, i dadi furono poi esclusi dal gioco, rendendolo un gioco di pura abilità.
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