Scacchi come metafora dell'arte: i premi di bellezza

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Riprende il filo diretto con Uvencio Blanco Hernandez.
Questa volta pubblichiamo un suo interessante articolo che ha come tema la bellezza negli scacchi, prendendo spunto dai premi di bellezza, assegnati per tradizione alle migliori partite dei più importanti tornei, con un occhio anche al mondo della composizione scacchistica di studi e problemi, un filone quasi "indipendente" degli scacchi con le sue regole e le sue tradizioni.
L'articolo va ad arricchire la rubrica La parola ad Uvencio, dove sono raccolti tutti i contributi che il noto istruttore, organizzatore ed arbitro venezuelano ha voluto fornire al nostro sito.

Scacchi come metafora dell'arte: i premi di bellezza (1)
di Uvencio Blanco Hernández (2)
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Per quanto riguarda il termine bellezza, il Dizionario della Lingua Spagnola (3) stabilisce nel suo primo significato che è la "qualità del bello". Per il suo studio, basato sulla concezione filosofica occidentale, vengono proposte due posizioni opposte: quella oggettivista e quella soggettivista.
Negli scacchi, la bellezza occupa un posto privilegiato agli occhi dei giocatori e dei compositori.
Il Premio di Bellezza o di Brillantezza è un premio o un riconoscimento dato alla partita più bella di un torneo di scacchi, o a composizioni, studi o risoluzioni di un problema scacchistico particolare.
Recentemente, il GM Alexei Shirov ha vinto per la Spagna il premio per la partita più bella delle Olimpiadi degli scacchi del 2020.

L'espressione della bellezza negli scacchi
L'estetica è un ramo della filosofia che studia l'arte e le sue qualità. Tra queste qualità c'è la bellezza; e per il suo studio, basato sulla concezione filosofica occidentale, vengono proposte due posizioni estreme: quella oggettivista e quella soggettivista.
La prima sostiene che la bellezza è inerente all'oggetto che viene riconosciuto come bello; ciò implica che è una qualità propria di esso. Mentre la seconda, considera che la bellezza di un oggetto dipende dall'apprezzamento che il soggetto fa di questo oggetto. Ciò significa che la bellezza non è una qualità propria dell'oggetto, ma -al contrario- dipende dalla valutazione che il soggetto che la percepisce può farne.
La bellezza è anche intesa come valore, o "la qualità che fa apparire un oggetto prezioso dal punto di vista estetico".
Negli scacchi, la bellezza occupa un posto privilegiato agli occhi dei giocatori e dei compositori.
In questa disciplina, la bellezza è un costrutto che si esprime attraverso la distribuzione armoniosa dei pezzi sulla scacchiera e gli aspetti geometrici della coincidenza delle forze, ecc. Inoltre, attraverso le espressioni di bellezza osservate nell'esecuzione di partite di alto livello e la realizzazione di studi e finali artistici. Queste concezioni sono legate alla perfezione e alla fermezza di un'idea tattica o strategica, alla percezione della dinamica e del ritmo dei pezzi sulla scacchiera e all'eccezione delle regole nella risoluzione di problemi complessi, posizioni di notevole carattere artistico.
Un modo per riconoscere la bellezza in una partita di scacchi o in uno studio è attraverso i cosiddetti premi di bellezza assegnati in molti tornei e competizioni da più di 140 anni.

I premi di bellezza
Storicamente, il Premio per la bellezza o di brillantezza è un premio o un riconoscimento dato alla partita più bella in un torneo di scacchi, o a composizioni, studi o risoluzioni di un particolare problema scacchistico. Il premio per la bellezza è stato assegnato per la prima volta in un torneo giocato a New York City nel 1876, ed è stato definitivamente istituito dal Torneo di Hastings nel 1895, cioè da circa 125 anni.
Negli eventi scacchistici in cui gli organizzatori concedono questo riconoscimento, viene nominato in anticipo un gruppo di specialisti o maestri che esaminano e valutano ciascuna delle partite giocate; scelgono un piccolo gruppo di partite candidate e, in base a una serie di parametri tecnici, alle condizioni dell'evento e ai valori estetici riscontrati, procedono alla designazione del vincitore.
Tarrasch, uno dei grandi campioni internazionali di scacchi dell'inizio del XX secolo, disse una volta che "La bellezza di una mossa non si riflette solo nel suo aspetto, ma nel pensiero che c'è dietro".
In base a questo criterio, la bellezza degli scacchi, sia nella partita di torneo che nella composizione di un problema e di uno studio, deve soddisfare alcune condizioni, tra le quali vale la pena menzionare:
- Precisione: la linea di gioco, la combinazione o la partita non deve contenere errori, almeno da un certo punto in poi; le mosse non solo devono essere corrette, ma anche le più appropriate, poiché, se ci fosse un'altra continuazione più precisa e diretta, questa sarebbe quella veramente bella.
- Difficoltà: la posizione deve comportare una difficoltà evidente; infatti, una vittoria è tanto più bella quanto più è difficile da raggiungere.
- Originalità e ricchezza: le mosse, partendo da una situazione data, devono essere originali e, se possibile, contenere una vasta gamma di alternative, poiché in questo caso il merito e la bellezza sono direttamente legati al numero di possibilità opzionali.

Questi sono alcuni dei requisiti che una partita di scacchi, o qualsiasi delle sue fasi e posizioni, deve soddisfare per evidenziare la bellezza. In breve, questi requisiti rispondono, in un senso astratto più ampio, a leggi universali che presiedono a tutta la creazione artistica.

Criteri utilizzati per considerare un partita come brillante
C'è anche un insieme di elementi che influenzano la percezione dei giocatori di scacchi a considerare come bella o brillante una combinazione o sequenza di piani e mosse durante una particolare partita.
Secondo Igor Sukhin (4) tra questi fattori possiamo citare: convenienza, dissimulazione, sacrificio, correttezza, preparazione, parodossalità, uniformità e originalità. Inoltre lo stesso Sukin fa una descrizione generale di ciascuno di essi:
- La convenienza si riferisce all'efficacia di una mossa nel raggiungere qualcosa di tangibile, come lo scacco matto o un guadagno materiale decisivo.
- La dissimulazione si verifica quando una mossa giocata (di solito la mossa chiave) non espone immediatamente la soluzione.- Il sacrificio si riferisce allo scambio di un pezzo più potente con uno più debole, ma può anche significare lo scambio di altri vantaggi meno tangibili, come la mobilità.
- La correttezza significa semplicemente che la soluzione deve funzionare contro qualsiasi difesa.
- La preparazione significa che l'estetica percepita di, diciamo, una particolare combinazione tattica è stata raggiunta in gran parte a causa del gioco strategico che l'ha preceduta.
- la paradossalità si riferisce alla varietà di cose che violano la "buona pratica" negli scacchi, ad esempio l'esposizione deliberata del re.
- L'uniformità si riferisce alla cooperazione tra i pezzi per raggiungere un obiettivo specifico (ad esempio, scacco matto, vincita di materiale, controllo di più spazio).
- Originalità significa qualcosa che l'osservatore non ha mai visto prima e quindi deve fare molto affidamento sull'esperienza personale.
Come abbiamo visto, i premi di bellezza negli scacchi o i premi per la brillantezza di una partita hanno una regolamentazione propria. In ogni caso, sono un riconoscimento e un omaggio - dato dagli organizzatori di un evento - a quelle produzioni eccezionali in cui ciò che chiamiamo bellezza scacchistica si manifesta con più forza.
Recentemente, il GM Alexei Shirov (5) (nella foto) ha vinto per la Spagna il premio per la più bella partita delle Olimpiadi degli scacchi del 2020.

NOTE
(1) Titolo originale: El ajedrez como metáfora del arte: los premios de belleza – Traduzione a cura di F. Lupo – rif. stesso autore Blanco, U. (2020) “El ajedrez patrimonio cultural de la humanidad”
(2) Arbitro ed Organizzatore Internazionale e Consigliere della Chess in Education Commission (EDU) della FIDE
(3) Real Academia de la Lengua. “Diccionario de la lengua española” https://dle.rae.es/belleza
(4) Sukhin, I. (2007). Gemas de ajedrez: 1000 combinaciones que debes saber, Mongoose Press, Massachusetts, EE. UU. ISBN 978-0-9791482-5-5
(5) Nato a Riga (Lettonia) nel 1972, ha ottenuto il titolo di GM a soli 18 anni. Di cittadinanza sovietica fino al 1991 ha poi preso la cittadinanza lettone. Dal 1995 al 2011 ha difeso i colori della Spagna, per tornare poi alla Lettonia fino al 2018, quando è tornato a rivestire la casacca spagnola che mantiene a tutt'oggi.

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